…E Grillo se ne va su di un canotto

Opposizione?

di Andrea G. Cammarata

Beppe Grillo leader del Movimento 5 stelle o “comico genovese” come lo chiama chi non lo conosce più, ha terminato questa sera il suo comizio a Milano in piazza Duomo, se ne è andato su di un canotto, sollevato dalla folla. Momento colorito, ma ricco di significati, quello del canotto. Come dire, una scialuppa di salvataggio di fronte l’onta che coinvolge questa politica italiana. Comizio caldo, quello di Milano, lo riporta per primo l’AGI, che ha intitolato il suo lancio di agenzia “Grillo Show attacchi per tutti”, la conferma viene spontanea; per descrivere il momento politico che stiamo attraversando necessitano cose proprio così, dirette: “Se aprono una centrale dovranno difenderla con i carri armati” dice Grillo, e la folla gli risponde “La centrale nucleare ad Arcore”.

Grillo docet parla spesso del miliardo di euro delle nostre tasche ai giornali e del Fatto Quotidiano, che è in grado di sostenersi da solo, a fronte del Giornale di Berlusconi che gode di finanziamenti pubblici annuali per 8 milioni di euro l’anno, pur essendo di proprietà dell’uomo più ricco d’Italia. O dei 20 milioni al giornale di Confindustria. Il Sole 24 Ore, che si è perso 58 milioni di euro in un anno dentro la sua stessa Borsa. Urlava Grillo, nei suoi toni passionali, urlava a Milano: “Se la politica è sporca, l’informazione lo è ancora di più, più sporca e più vergognosa”.

Sulla Lombardia, “A cosa serve l’Expo? spenderemo miliardi di euro dei nostri soldi per avere cosa?” Così Grillo, riferendosi con qualche allusione all’edilizia mafiosa e agli appalti truccati. E Lucio Stanca, A.d. dell’Expo “scelga o fa il senatore o fa l’amministratore delegato” motiva Grillo, che non accetta doppie cariche come per il “nano” e “distante” Brunetta, ministro della P.a. e candidato al contempo a sindaco di Venezia. La Moratti? “quella volpe della moglie del petroliere?”.

Certo c’è, che peli sulla lingua non ne ha e la grinta non gli è mai mancata. Insomma, era a Rimini quando diceva a se stesso, sfottendo l’ultimo leitmotiv di Berlusconi, “dovrei stare calmo perché siamo nell’anno dell’amore” ma in realtà s’imbizzarriva fra uno sfotto’ e l’altro e  non risparmiava nessuno e neanche il presidente della Repubblica, “Morfeo”, che si sveglia e “firma qualsiasi cosa”. “Chi abbiamo in parlamento ? C’è P2, abbiamo massoni, nani, ‘Ndrangheta”, che è quella che sembrerebbe un’idea inoppugnabile dello stato della politica italiana. Ed è inutile dire, come Beppe Grillo riesca ad essere l’espressione pura del dire “Basta!”, fautore di quella politica che lui stesso definisce “unica alternativa per riappropriarsi dell’intelligenza”.

Per Beppe Grillo le stelle, oltre che farle vedere a tutti, hanno un significato ben preciso, uno per ognuna delle 5, simbolo del movimento: acqua pubblica, tutela dell’ambiente, sviluppo sostenibile, mobilità sostenibile, connettività gratis per tutti. E, a Milano è stato chiaro: “portare nei consigli regionali almeno un eletto, perché così entriamo con una web-cam, registriamo, controlliamo e li inondiamo di proposte. – Ha aggiunto- Se ne mettiamo uno la regione cambia.Vi do la mia parola”.

Articolo pubblicato su Newnotizie.it

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