La Francia parla ai Caduti di Kabul

Oltralpe
Mentre oggi piangiamo il parà morto nella valle di Bala Murghab, in Afghanistan. Il Caporal maggiore, David Tabini. Alcuni giorni fa la Francia salutava, a suo modo, 7 soldati morti in una guerra inutile. 
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Di Andrea G. Cammarata
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Sono sette le salme arrivate lunedì sera da Kabul all’areoporto di Orly. Ad accoglierle Nicolas Sarkozy, capo di Stato francese, e François Fillon, suo Primo Ministro. Un’ultima notte per il corpo dei soldati in patria, poi il giorno dopo la cerimonia ufficiale, nella chiesa di Saint Louis des Invalides.

La trasmissione dei funerali a reti unificate, ennesimo sbuffo “mediatico“, accolto al solito nella “sostanziale indifferenza del grande pubblico“, come racconta oggi ‘Le Monde’. Prestigioso quotidiano che riporta poi le parole del generale Elrick Irastorza, Capo di Stato maggiore dell’esercito: si parla di una “indifferenza affettuosa” da parte del popolo francese nei confronti della sorte dei loro soldati.

Perciò martedì 19 luglio le bare avvolte nel Tricolore sono posizionate sul selciato dinanzi Les Invalides, e il corteo per l’ultimo saluto si è intanto esaurito lungo le strade della capitale. Guardano alla America patriottica i francesi, o forse è sempre stato l’inverso. Ma settanta ne sono morti di soldati dal 2001, e diciotto di questi solo nel 2011. I sette del martedì nero di Francia erano tutti giovani. Uno di loro è stato vittima di un colpo esploso per sbaglio da un suo commilitone, cinque sono morti durante un attentato kamikaze, e un altro nel mezzo di uno scontro con degli insorti talebani.

Così è il Medioriente, ci vai volontario, lo stipendio ti aumenta, il tempo tal volta passa pigramente, ma non sai se torni o no.

Morire per Kabul o “morire per la Francia“.

Luc Raval, vescovo dell’esercito, ha risposto durante la cerimonia chiaramente, in replica a chi sostiene che i soldati vanno in Afghanistan a “morire per niente“, “essere militare significa appartenere alla Nazioneesistere ed agire per essa, vivere e morire per essa“, ha detto il vescovo. Per poi aggiungere: “E’ per la Francia che noi moriamo

E Sarkozy, parla alla Nazione sotto la pioggia battente, il volto puntito che non riesce ad esprimere condoglianza e le parole che gli inciampano sulla lingua: “M’inchino a nome della nazione intera, con la riconoscenza e il rispetto dovuto a coloro che hanno fatto della loro vita un sacrificio per il loro Paese“. Una “guerra giusta” contro “l’oscurantismo e il terrorismo, dice il Capo di Stato francese, “voi soldati siete partiti in piena giovinezza, ma niente vi ha rubato il vostro destino. Soldati siete vissuti e siete morti come uomini liberi“. Quando, di lì a poco, le salme saranno trasportate dai militari, e per loro suonerà la ‘Marcia Funebre’ di Chopin. Insigni della Legions d’Honneur dalle mani di Sarkozy: lasciano la loro Patria morti e liberi.

“Pubblicato Mercoledì 20  luglio 2011 in esclusiva su L’Indro www.lindro.it e qui ripubblicato per gentile concessione”

Link di riferimento:

http://www.lexpress.fr/actualite/politique/nicolas-sarkozy-rend-hommage-aux-soldats-morts-en-afghanistan_1013053.html

http://www.lexpress.fr/actualite/politique/sarkozy-convoque-un-conseil-de-securite_1012147.html

http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2011/07/19/01016-20110719ARTFIG00283-hommage-national-pour-les-soldats-morts-en-afghanistan.php

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